Le strade del Kenya sono pericolose?

La notizia è di questi giorni: in Kenya si ribalta un pulmino e muoiono due italiani. mentre altri tre connazionali sono risultati feriti e stati ricoverati in ospedale. Le strade del Kenya sono pericolose? Sì, secondo le statistiche e la mia recente personale esperienza.

Morti due italiani sulle strade del Kenya

Secondo quanto riportato dall’Ansa, il gruppo di connazionali stava trascorrendo le vacanze da sogno in uno dei resort più esclusivi di Diani Beach, nota località turistica del Kenya, dalle spiagge bianche e le acque cristalline, a mezz’ora dall’aeroporto di Mombasa. 

Pare che il bus sul quale viaggiavano i connazionali sarebbe uscito fuori strada a causa del tentativo di sorpasso di un camion che nel rientrare nella sua corsia lo avrebbe spinto, facendolo ribaltare. Le cause dell’incidente, in ogni caso, sono ancora al vaglio della polizia locale. 

Ma le strade del Kenya sono pericolose?

Le strade della costa kenyota, quasi tutte a due sole corsie, sono spesso teatro di incidenti. Ne ho visto più di uno anche io durante il mio recente viaggio in Kenya. Tra questi, anche quello di un matatu, il bus pubblico locale (puoi approfondire leggendo il post Come muoversi in Kenya: tuk tuk, matatu & co.), caduto nel burrone. Non ne conosco le cause, ma certo è che gli incidenti sulle strade del Kenya non sono così rari.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità e il Global Road Safety Facility, il Kenya ha un tasso di mortalità per incidenti stradali di circa 28 morti ogni 100.000 abitanti, uno dei più alti in Africa sub-sahariana. La National Transport and Safety Authority (Ntsa) stima che ogni anno circa 3.000-4.000 persone muoiano sulle strade del Kenya, con decine di migliaia di feriti.

Sorpassi da paura

Le strade in Kenya sono pericolose e lo sono anche molti autisti. 

Quando ho prenotato il transfer che mi avrebbe portato da Mombasa a Malindi, mi è stato detto che ci avrei messo circa 3 ore. Tante, veramente tante. Motivo? Strade non sempre asfaltate e spesso buie. Oltre al fatto che si guida a sinistra. Se metti tutto insieme, il viaggio di 8 ore, la stanchezza, la guida a sinistra e strade brutte e buie, il primo impatto con questa terra africana non è stato dei migliori.

A differenza dei giorni successivi, pero, non avevo paura. Il driver guidava in modo prudente e, tutto sommato, guidare in Kenya non mi sembrava così pericoloso – forse ero ancora in balìa della melatonina che avevo preso in aereo per provare a dormire un po’.

Nei giorni successivi, le mie convinzioni furono velocemente smentite. Premetto che ho sempre avuto il driver, non ho mai guidato io se non fosse altro per la guida a sinistra. 

Appurai infatti che solo le strade principali e costiere sono asfaltate, ma ricche di dossi – che, se non fai attenzione, spacchi la macchina – mentre quelle interne sono sterrate. Di notte, le strade pullulavano di camion. E, soprattutto, oltre al fatto che erano tutti un po’ pazzi a guidare, ciò che mi spaventò più di tutto furono i sorpassi. Non poche volte i veicoli di entrambe le corsie si sono sfiorati di poco, nel rientrare nella rispettiva corsia, che se fosse accaduto qui in Italia avresti maledetto l’impossibile. Devo essere sincera: spesso mi sono trovata a pregare, affinché potessi tornare a casa sana e salva.

OCchio anche durante i safari

Lo scorso agosto, nei pressi del parco nazionale di Nakuru, quattro turisti siciliani in safari avevano riportato gravi ferite nel ribaltamento del fuoristrada su cui viaggiavano ed erano stati ricoverati a Nairobi. 

Ci sono driver e driver. E per questo bisogna scegliere bene le agenzie e gli operatori locali con cui fare un safari o cui affidarsi per i transfer. Bisogna fare molta attenzione.

Un po’ di brio è normale, per esempio quando il driver accelera perché ha ricevuto la notifica che è stato avvistato finalmente re leone o il ghepardo. Bisogna essere veloci per arrivare al punto di osservazione, prima che l’animale vada via o arrivino tutte le jeep che poi non sembra più di essere in mezzo alla Savana ma in centro a Milano.

Detto questo però, un buon driver è prudente si attiene scrupolosamente alle regole al fine di tutelare il gruppo di turisti che porta sulla jeep.

Kenya: pro e contro

Come tutti i Paesi, anche il Kenya ha i suoi pro e contro.

Iniziamo dai contro. Le strade, come scritto in questo post. La micro criminalità, per cui è vivamente sconsigliato farsi un giro a piedi la sera, ma nemmeno in tuk tuk, o passeggiare con l’ultimo iPhone da 1.500 € alla mano o con la catena d’oro al collo.

Tra i pro: i safari con riserve e lodge meravigliosi, le spiagge bianche e le acque cristalline, il sole, il caldo,  i tramonti, il buon cibo, la semplicità dei locali.

Insomma, armatevi di sana prudenza e responsabilità e poi partite alla volta di questa terra africana, che vale davvero la pena visitare.

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